Sistemi d’arma già entrati in servizio, prototipi e modelli di preserie: i nuovi armamenti strategici russi sono considerati dai filo-russi armi invincibili, mentre per i loro detrattori sono semplice propaganda. Come si dice: “La verità sta nel mezzo”.
Presentate al mondo in via ufficiale nel marzo del 2018, proprio dal supremo comandante in capo delle Forze armate della Federazione russa, queste sei “super-armi” sono parte del deterrente nucleare russo di nuova generazione in risposta al ritiro, da parte degli USA, sul trattato contro la proliferazione dei missili balistici.
Fino ad ora, l’unico nuovo armamento usato in teatro operativo, durante la guerra russo-ucraina, con sole testate convenzionali, è stato il missile balistico ipersonico aviolanciato Kh-47M2 Kinzhal.
Questo è propulso da un motore a razzo ed è frutto degli studi condotti su un altro missile balistico a corto raggio: 9M723 Iskander. La propulsione dell’Iskander-M è fornita da un singolo stadio a propellente solido e un booster ausiliario.
Il Kinzhal ha registrato velocità massime pari a 10 Mach e una gittata compresa tra 2.000 e 3.000 chilometri a seconda del vettore che lo impiega (minima con i Mikoyan-Gurevich MiG-31K, massima con i Tupolev TU-22M3). Una volta rilasciato, il missile raggiunge rapidamente i 4 Mach, successivamente continua ad accelerare fino al completamento della missione. Quella del Kinzhal non è, tuttavia, una semplice traiettoria balistica: è stato sviluppato per eseguire manovre evasive casuali ad alto fattore di carico, così come l’Iskander-M, senza però poter completare manovre di riposizionamento a 360 gradi. Il carico utile si aggira attorno ai 500 kg, è lungo 8 metri ca., con un diametro di 1 metro ca. ed un peso superiore ai 4.000 kg. Fino ad ora, non esistono prove oggettive dell’abbattimento di uno di questi missili durante lo scontro in Ucraina, mentre tutti gli attacchi condotti con il Kinzhal sono stati dei successi. Complice anche l’uso di droni e missili esca per saturare le difese aeree occidentali e sovietiche in uso con le Forze armate ucraine, il missile ipersonico ha sempre ottenuto il risultato sperato dai russi durante le operazioni di bombardamento.
Il Poseidon, o Status-6 (secondo la designazione di sviluppo), è il primo UUV (Unmanned Underwater Vehicle) a propulsione nucleare con capacità nucleare. Anche definito come sistema oceanico multiruolo, questo siluro autonomo ha un’autonomia virtualmente infinita e, dunque, risulta una minaccia geostrategica intercontinentale, anche non fosse imbarcato sui sottomarini, al pari dei missili balistici intercontinentali (ICBMs).
Le dimensioni del Poseidon lo contraddistinguono da tutti gli altri siluri esistenti: 20-24 metri di lunghezza e 1,6-2 metri di diametro. Spinto da un impianto nucleare raffreddato a gas (GCR) a 15 MW che alimenta la propulsione a idrogetto, il “super-siluro” può scendere sino a 1.000 metri sotto il livello del mare, con velocità di punta pari a 50+ nodi (70 secondo alcune fonti). La testata ha un potenziale dichiarato di 2 megatoni (100 volte la bomba di Hiroshima), mentre il trasporto ed il lancio sono affidati a 4 sottomarini nucleari della classe Khabarovsk (Progetto 09851) e al K-329 Belgorod (Progetto 08952) per i test. La divisione, distaccata in Kamchatka, dovrebbe acquisire la piena operatività nel 2025 ed ogni sottomarino sarebbe in grado di portarne 6 contemporaneamente nelle versioni SSN (Hunter-Killer), per una produzione totale di 30 esemplari.
Il progetto venne rivelato al mondo nel 2015 secondo indiscrezioni. I primi test sarebbero stati svolti tra il 2016 e il 2022, portando a termine il lancio del siluro dal Belgorod e l’attivazione della propulsione nucleare, ma nessuna detonazione.
Gli impieghi del siluro autonomo sono principalmente tre e variano in base alla categoria impiegata.
La prima categoria sfrutta la super-cavitazione e un propulsore più potente per ottenere velocità maggiori.
La super-cavitazione è un processo idrodinamico tramite il quale si “riveste” un battello con uno strato di vapore acqueo o gas per ridurre l’elevata resistenza all’avanzamento che l’acqua offre. Questo fenomeno è ottenuto raggiungendo elevate velocità, tali da far evaporare il liquido attorno alla struttura per la frizione tra esso ed il liquido, o fornendo il gas a temperature prossime a quella ambientale. Partendo dalla prua, caratterizzata da un muso piatto per originare il fenomeno, il battello viene coperto da una bolla di cavitazione che ha viscosità e densità inferiori a quelle del liquido; successivamente, questa viene espansa con il rilascio di gas dallo scafo fino al totale ricoprimento del siluro.
La possibilità di ottenere alte velocità, pur essendo sommerso, e profondità operative elevate, grazie alla struttura in titanio, permette al Poseidon di superare le difese dei gruppi da battaglia che proteggono le super-portaerei ed affondare il loro obiettivo tramite testate convenzionali, detonandole al di sotto dello scafo per sfruttare l’alta pressione e spezzare le navi, o danneggiare più battelli simultaneamente tramite l’enorme energia prodotta dalla detonazione di una testata nucleare.
La seconda categoria di Poseidon ha una navigazione più simile a quella della “camminata lenta” per i sottomarini: a scarse profondità, per ridurre il riverbero del suono prodotto dal fondale, a velocità minime, per contrastare il rumore prodotto dalla cavitazione dell’elica, e riducendo la potenza dell’impianto nucleare, per generare meno rumore dall’impianto di raffreddamento, il siluro diminuisce drasticamente la possibilità di essere rilevato dalla registrazione acustica passiva usata per rilevare e distinguere i battelli. La copertura tramite pannelli gommati, poi, riduce sensibilmente la possibilità di essere individuato da sistemi di rilevazione sonar.
Queste caratteristiche “stealth” permettono al Poseidon di navigare per grandi distanze fino al raggiungimento di un obiettivo costiero o fluviale dove la detonazione di un ordigno nucleare permette il completamento della missione. Queste missioni, incentrate sull’eliminazione di un bersaglio statico, potrebbero sfruttare vettori differenti dai sottomarini. Contenitori depositati in precedenza sul fondo dell’oceano o del mare, analoghi ai silos per il lancio di missili balistici, potrebbero custodire uno o più Poseidon fino alla loro attivazione. Essendo a propulsione e alimentazione nucleare, i siluri potrebbero restare in modalità d’attesa fino al loro dispiegamento operativo.
Complice la mancanza globale di difese anti-siluro per obiettivi sensibili, rispetto alle sempre aggiornate difese anti-missile, in vicinanza di grandi corsi d’acqua, mari e oceani, l’efficacia dei Poseidon è superiore a quella di un attacco aria-superficie.
Se il siluro autonomo non avesse, però, la possibilità di raggiungere l’obiettivo, la deflagrazione sommersa di una testata nucleare in prossimità della costa permetterebbe la generazione di uno tsunami che colpirebbe le installazioni con onde radioattive. Pur essendo meno accreditata, questa opzione rimane plausibile e supportata dai test condotti dalla marina statunitense durante l’Operazione Crossroads.
I velivoli ipersonici plananti (HGVs) sono una tipologia d’arma che solo recentemente ha visto la luce.
Gli unici modelli sviluppati e operativi si trovano in Cina, denominato DF-ZF, e in Russia, denominato Avangard.
L’Avangard è un HGV dotato di booster capace di trasportare armamenti nucleari. Gli studi per una simile arma sono iniziati negli anni ’80, interrotti con la dissoluzione dell’URSS e ripresi a metà degli anni ‘90.
Questi vettori vengono impiegati per il trasporto di testate e lanciati da missili balistici intercontinentali al fine di garantire la certezza teorica della distruzione del bersaglio senza essere intercettati durante le fasi intermedia e finale del volo, nonostante permanga il problema nella fase di lancio dei tradizionali ICBMs. Infatti, pur essendo di per sé un vettore, l’Avangard necessita di essere portato in volo, per poi separarsi e continuare la planata in autonomia.
Questo HGV ha una forma che ricorda vagamente gli spazioplani, è lungo 5,4 metri ca., pesa approssimativamente 2.000 kg e ha una capacità di carico nucleare superiore a 2 megatoni. Durante uno dei test parzialmente rivelato, l’Avangard ha operato con un raggio superiore a 6.000 km, dalla base di lancio Yasny nell’Oblast di Orenburg fino al poligono per missili balistici Kura in Kamchatka.
Durante i test e per l’operatività dei primi esemplari, il velivolo è trasportato da un UR-100NUTTH propulso da due stadi a propellente liquido. Separatosi dal vettore, inizia la fase di volo suborbitale planato autonomo alla quota di 100 km, durante il quale potrebbe essere sospinto da uno statoreattore a combustione supersonica (scramjet), ma non esistono conferme ufficiali. Durante il volo, in special modo durante l’ultima fase, l’Avangard raggiunge 20 Mach. Le autorità russe riportano una velocità massima di 27 Mach durante un test del 2018.
Dal 2019 la divisione delle Forze Missilistiche Strategiche (RVSN) nell’Oblast di Orenburg, negli Urali, ha ricevuto i primi modelli di produzione seriale, rendendo il sistema Avangard pienamente operativo.
L’estrema velocità e la sua manovrabilità rendono virtualmente invincibile l’Avangard. A seguito della frizione tra il velivolo e l’aria a velocità ipersoniche (>5 Mach) che ionizza il fluido, uno strato di plasma si crea attorno al velivolo, assorbendo le onde elettromagnetiche nelle lunghezze d’onda radar comunemente usate per il rilevamento degli ICBMs. Ciò rende l’Avangard “stealth”. Inoltre, le superfici aerodinamiche di controllo riescono ad operare anche a velocità supersoniche ed ipersoniche modificando costantemente la traiettoria e permettendo all’Avangard di eseguire manovre evasive o superare le zone di controllo dello spazio aereo modificando la rotta. Questo comporta un notevole vantaggio rispetto alle traiettorie ben più prevedibili degli ICBMs.
Gli svantaggi di questo sistema dipendono dalla sua mole, che limita il trasporto da parte dei missili balistici intercontinentali attualmente usati, e le modalità di caricamento; l’Avangard necessita di 40 operatori e più di un’ora di lavoro per essere posizionato. Altre criticità derivano dalle estreme condizioni alle quali è sottoposto durante il volo. Le temperature raggiunte, pari 2.000 gradi Celsius, e le sollecitazioni richiedono una solida struttura schermata, mentre la formazione di plasma disturba non solamente i radar: anche le comunicazioni tra il velivolo ed il centro di comando e controllo sono soggette a possibili interruzioni.
L’Avangard è testato per operare anche dall’ICBM RS-28 Sarmat di recente sviluppo. Grazie alla velocità di dispiegamento, il Sarmat riduce la possibilità di essere individuato durante la fase iniziale. Grazie alle dimensioni generose e alle prestazioni eccezionali, fino a 5 Avangard potranno essere caricati simultaneamente su un singolo missile. Infine, le autorità russe dichiarano che i problemi di comunicazione sono già stati risolti in fase di sviluppo, consentendo un dialogo costante con l’Avangard. Ciò consente di modificare l’obiettivo o fornire altre informazioni al velivolo in volo.
Il 3M22 Zircon è un missile ipersonico da crociera motorizzato da uno statoreattore a combustione supersonica (scramjet). È basato sugli studi condotti dalla NPO Mashinostroyeniya per un velivolo ipersonico sperimentale (HELA).
I test noti sono stati condotti fin dal 2018 e, nel 2019, il presidente della Federazione russa riportò il raggiungimento di velocità superiori a 9 Mach per un raggio d’azione di 1.000 km distruggendo sia bersagli terrestri sia marini. Successivamente, il presidente disse anche che una versione per lancio da piattaforme terrestri era in sviluppo. Nel 2020, il comandante in capo delle Forze navali riportò che lo Zircon era ancora soggetto a modifiche per eliminare “problemi di gioventù” del progetto.
Tra il 2020 e il 2021, il missile è stato lanciato dalla fregata missilistica multiruolo (FFG) della flotta del Nord Ammiraglio Gorshkov da 300 e 500 km, assieme ai missili Kalibr, e dal sottomarino classe Yasen K-560 Severodvinsk anche in immersione a 40 metri di profondità. Nel 2021 sempre la Ammiraglio Gorshkov ha colpito direttamente un battello designato come bersaglio. Test successivi hanno incrementato il raggio d’azione a 1.000 km.
Ancora il presidente della Federazione russa riportò che la flotta del Mar Nero è equipaggiata con un lotto di Zircon, sulla classe di FFG Ammiraglio Gorshkov (Progetto 22350) e FFG Ammiraglio Grigorevich (Progetto 11356P), grazie ai nuovi lanciatori verticali universali (VLS) 3S-14. Ad oggi, anche l’ammodernamento degli incrociatori missilistici pesanti a propulsione nucleare della classe Kirov (Progetto 1144) permetterà l’uso dello Zircon. Ciascuna fregata può trasportare fino a 72 missili di questa categoria, mentre gli incrociatori potrebbero portarne 60. Lo Zircon è, inoltre, trasportato dalla classe di SSGN Yasen e Yasen-M (Progetto 885 / 885M) a propulsione nucleare.
Verosimilmente, il BrahMos Mark II (K) dell’Organizzazione per la Ricerca e lo Sviluppo della Difesa (DRDO) indiano, in compartecipazione con la NPO Mashinostroyenia, è una versione da esportazione dello Zircon, con analoghe tecnologie e un raggio d’azione maggiore.
Essendo un missile da crociera, lo Zircon mantiene un’elevata manovrabilità durante tutta la fase di volo. Pur essendo dotato di superfici alari per la manovrabilità, è il corpo del missile ad essere progettato per generare la portanza necessaria al volo. La peculiarità di questo missile risiede nel suo sistema propulsivo: dopo esser stato accelerato a velocità supersoniche da un booster a propellente solido, lo scramjet entra in funzione portando il missile a velocità ipersoniche. Questa tecnologia non utilizza, contrariamente al turbogetto e al turboventola, parti mobili. L’ossidante, o comburente, introdotto tramite l’afflusso di ossigeno da una presa d’aria, che rallenta il flusso a velocità supersoniche con onde d’urto oblique, viene compresso grazie alla forma del condotto e miscelato con il riducente (combustibile nebulizzato). Portata in camera di combustione, con geometria divergente già a valle della stessa, la miscela a velocità supersoniche completa spontaneamente la reazione di ossidazione che provoca l’espansione del fluido. Il flusso energizzato viene infine espulso da un ugello divergente in regime supersonico alto o ipersonico.
Per alimentare lo statoreattore, i ricercatori russi hanno sviluppato una nuova formula chimica per il combustibile liquido che potrebbe ovviare alla necessita di far operare simili sistemi propulsivi a quote minime di 20 km, per impedire fenomeni che soffocherebbero l’esoreattore.
Il raggio d’azione a basse quote è stimato in 500 chilometri e 1.000-2.000 chilometri compiendo una traiettoria parzialmente balistica (28 km di quota). Qualunque sia la traiettoria di volo, l’ultima fase è completata in meno di quindici secondi dall’individuazione del missile (a 24 chilometri di distanza ca.) mantenendo velocità ipersoniche (o supersoniche elevate) e bassa quota di volo tramite la tecnica del “sea skimming” (inferiore a 50 metri dal livello del mare).
Differentemente dagli altri missili da crociera, che volano a velocità subsoniche per garantirne l’efficienza del turbogetto e l’invisibilità ai radar, lo Zircon sfrutta la velocità 8 volte superiore a quella del suono per risultare un difficile bersaglio per la difesa aerea e penetrare l’obiettivo grazie all’energia cinetica ottenuta dall’accelerazione durante il volo. Si stima che l’energia cinetica dello Zircon sia equivalente a due tonnellate di TNT, più che sufficienti ad affondare una nave da guerra senza l’uso di testate. Lo Zircon, infatti, è due volte più pesante di un missile da crociera subsonico, ora ridefiniti “leggeri”, come il Tomahawk statunitense. Il missile è lungo 10 metri ca., con un diametro inferiore al metro e carico massimo simile a 400 kg.
La velocità ipersonica, come per l’HGV Avangard, garantisce l’invisibilità ai radar grazie alla nuvola di gas ionizzato (plasma) che si viene a formare sulla superficie del missile. Questo rende difficoltoso anche il puntamento autonomo attivo del missile, come puntamento radar o agli infrarossi. Lo Zircon potrebbe, dunque, essere condotto al suo bersaglio da un sistema di puntamento inerziale o satellitare. La sua traiettoria, così come la designazione del bersaglio, possono esser modificati anche in volo, secondo le testimonianze delle autorità russe. Il missile sarebbe, altrimenti, costretto a decelerare fino a 2,5 Mach nell’ultima fase del volo per il puntamento attivo, come avviene con il P-800 Oniks. Verosimilmente, il missile, nell’ultima fase di volo, interrompe o riduce il funzionamento dello statoreattore, discende a quote paragonabili agli altri missili da crociera (50-100 metri ca.) sino a velocità pari a 5 Mach con la possibilità di abilitare il puntamento radar attivo.
Il missile stealth da crociera 9M730 Burevestnik è unico nel suo genere: è alimentato da un reattore nucleare che permette il funzionamento di un motore elettrico (non confermato) per la propulsione.
Il lancio avverrebbe tramite l’uso di razzi ausiliari a propellente solido (Rocket-Assisted Take Off), fino al raggiungimento di velocità e quote ottimali al funzionamento del motore e alla generazione di portanza. Grazie a questo sistema, il missile può essere lanciato da mezzi terrestri ruotati con rampa inclinabile. Il missile avrebbe una lunghezza di 12 metri richiuso e 9 metri in volo, il diametro è compreso tra 1 e 1,5 metri (dimensioni superiori agli altri missili da crociera in servizio). Il Burevestnik sarebbe in grado di percorre dai 10.000 ai 20.000 chilometri a 50-100 metri di quota. Il missile è in grado di trasportare sia testate convenzionali sia nucleari.
I test vengono condotti dal 2016 e 13 di essi sono noti; questi sono stati solo dei parziali successi.
Le autorità russe affermano che potrebbe diventare operativo dal 2025, questo senza mettere alcuna fretta ai collaudi, data la complessità ingegneristica del progetto.
La sua pericolosità è testimoniata dall’inserimento di questo sistema anche nei report della National Air and Space Intelligence Center (NASIC), con identificativo NATO “Skyfall”, tra le armi di deterrenza nucleare.
Anche gli USA, nel secolo scorso, si dedicarono alla sperimentazione di una simile arma. In particolare, il Progetto Pluto serviva come dimostratore tecnologico per uno statoreattore alimentato da un reattore nucleare; questo veniva usato per scaldare il fluido, aumentandone la pressione, espulso poi dall’ugello di scarico. I motori derivati da questo progetto sarebbero stati installati su opportuni missili da crociera (SLAMs) con velocità operativa a bassa quota pari a 3 Mach. Il loro problema principale era dato dalle alte temperature del reattore raggiunte a seguito del funzionamento ininterrotto a quote prossime al livello del mare. La soluzione arrivò grazie allo sviluppo di strutture con rivestimenti ceramici per il contenimento della reazione di fissione nucleare.
Il Burevestnik coniuga i vantaggi dati dai missili stealth da crociera con l’operatività virtualmente illimitata del nucleare. Un simile sistema d’arma rientra nella categoria dei missili intercontinentali, incrementando la flessibilità della deterrenza nucleare russa. La bassa osservabilità, la manovrabilità e la bassa quota operativa dei missili stealth da crociera permettono di eseguire attacchi di precisione aria-superficie largamente sfruttati in ogni contesto operativo contemporaneo (dal Golfo Persico all’Ucraina), mentre l’autonomia garantita dal reattore nucleare consente di raggiungere ogni parte del mondo da un qualsiasi punto del territorio russo, senza la necessità di avvicinarsi al nemico prima del lancio del missile.
L’unico evidente problema di questo missile è dato dalla complessità dell’integrazione del reattore nucleare a bordo, garantendone sia la sicurezza che l’efficienza.
L’RS-28 Sarmat è un missile balistico intercontinentale super-pesante a tre stadi alimentati da propellente liquido basato nei silos. Il suo raggio d’azione è compreso tra 10.000 e 18.000 chilometri.
Ha una lunghezza di 35 metri ca., diametro di 3 metri, peso al decollo superiore alle 200 tonnellate e carico utile di 10 tonnellate. Può essere equipaggiato con testate termonucleari, veicoli di rientro multipli con obiettivi indipendenti (MIRVs) o veicoli a rientro manovrabile (MaRVs).
Progettato per sostituire l’R-36 e l’SS-18 sviluppati in Unione Sovietica, il Sarmat è in sviluppo dall’inizio del nuovo secolo e il suo primo prototipo è stato completato nel 2015. Dopo alcuni ritardi per la correzione del sistema di lancio da silo, il missile ha completato i test nel 2018 ed è entrato in servizio nel 2021 con le Forze Missilistiche Strategiche.
I missili balistici intercontinentali sono i sistemi d’arma missilistici con la gittata operativa più estesa tra quelli esistenti. Sfruttando una traiettoria balistica, il volo è suddiviso in tre fasi:
– di “boost”, permette al missile di raggiungere quote tra 150 e 400 km in 3-5 minuti;
– intermedia, è un volo suborbitale inferiore ai 30 minuti con traiettoria ellittica e apogeo a 1.200 km di quota;
– di rientro, è la fase più breve, 2 minuti ca., che si conclude con l’impatto della testata sull’obiettivo.
La fase iniziale è la più pericolosa perché il missile, lento e a basse quote, è facilmente localizzabile da diversi sistemi di controllo, come radar o satelliti artificiali; anche perché le posizioni dei silos sono costantemente monitorate dalle potenze nucleari nemiche. Per contrastare possibili distruzioni dei missili prima del loro lancio, i silos sono protetti e schermati da possibili “first-strike” nucleari. Le strutture che custodiscono i silos russi sono protette anche da sistemi attivi di difesa aerea denominati Complessi di Difesa Attiva (KAZ), come il “Mozyr”. Inoltre, il Sarmat, pur essendo a propellente liquido, ha tempi di salita molto ridotti (vicini al minuto).
La fase intermedia vede la separazione delle testate o dei veicoli di rientro dagli altri stati con dispiegamento di contromisure atte a prevenire l’intercettazione. Il missile principale può rilasciare palloni con rivestimento metallico, chaff a base di piccoli pezzi d’alluminio o esche a grandezza reale delle testate.
L’ultima fase, caratterizzata da elevate velocità di rientro, non costituisce particolari pericoli per l’intercettazione. In ogni caso, la velocità massima di rientro del Sarmat ha un picco di 20 Mach.
Il Sarmat sfrutta tre sistemi di navigazione: inerziale, satellitare (su base GLONASS) e astronomico.
Questo ICBM, eseguendo una traiettoria balistica standard per capacità a pieno carico, può trasportare da 10 grandi testate MIRVs fino a 15-16 piccole testate MIRVs; mentre, compiendo una traiettoria nell’orbita bassa a carico ridotto, in configurazione ICBM-FOBS (Sistema di Bombardamento Orbitale Frazionale), il Sarmat ha tempi di salita ancora ridotti e la possibilità di volare verso l’emisfero australe per aggirare il sistema GMD di difesa statunitense Anti-Ballistic Missile stazionato in Alaska e California. La capacità nucleare di ciascuna testata varia da 150 a 750 chilotoni.
La probabilità di errore circolare all’impatto è di 5-10 metri.
L’introduzione dei più credibili tra questi sistemi d’arma, come il Sarmat, ha contribuito ad alimentare le provocazioni su un possibile “first-strike” nucleare russo, specialmente in Ucraina.
La verità è che il rinnovo e lo sviluppo della “triade nucleare” è sempre stata, fin dagli anni ’50 del secolo scorso, l’unico vero deterrente per una mutua distruzione assicurata (MAD). Gli Stati Uniti, se pur con maggiori difficoltà e ritardi, sviluppano controparti di queste armi da decenni; e i loro ingenti, e in continuo aumento, investimenti nel settore della Difesa non fanno passare notti tranquille a nessuno. La deterrenza nucleare statunitense si basa ancora su armamenti e vettori più convenzionali. In particolare, stazionati a terra nei silos, 400 LGM-30 Minuteman III pronti al combattimento e distribuiti in più stati sono sempre allerta. Negli oceani e nei mari navigano costantemente 14 sottomarini SSBN della classe Ohio a propulsione nucleare con 20 missili balistici Minuteman II ciascuno (equipaggiati con i MIRVs) e hanno già il loro successore designato nella classe Columbia. Per ultimi, il bombardiere subsonico pesante a lungo raggio B-52H Stratofortress e il bombardiere subsonico stealth B-2A Spirit, che verrà affiancato e sostituito dall’analogo B-21 Rider, hanno già provato capacità insidiose per quote di operatività e invisibilità ai radar. Una grande pericolosità per la sicurezza russa è data dal dispiegamento di bombe termonucleari tattiche aviolanciate B61 posizionate nelle basi europee alleate. Queste, con potenze variabili fino a 340 chilotoni, stanno venendo aggiornate alla versione B61-12. Attualmente sono stoccate in Italia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Regno Unito e Turchia.
Analogamente alla crisi dei missili di Cuba, o “d’ottobre” o “dei Caraibi”, che vide come epilogo la rimozione da Cuba, Italia e Turchia degli armamenti nucleari di ambo gli schieramenti, il dispiegamento delle capacità nucleari statunitensi in Europa e in Medio Oriente e di quelle russe in Bielorussia non è che un sintomo degli attriti ravvivati dagli sviluppi geopolitici dell’ultimo ventennio.
Per quanto riguarda progetti, come l’ingegnerizzazione di missili ipersonici, gli USA sono lontani dall’avere prototipi pienamente funzionanti di futuribili sistemi d’arma, con continui slittamenti e cancellazioni di diversi programmi per ricerca e sviluppo.