La parola guerra è diventata un’abitudine. Almeno una notizia ogni giorno sulla “operazione militare speciale” russa la troviamo. Nel giro di un anno ci siamo assuefatti anche a questo.
Gli aiuti occidentali agli ucraini continuano ad essere inviati e, che siano di natura monetaria, bellica o di altro, i costi salgono continuamente. Alla luce di questo viene naturale chiedersi quanto potrebbe costare oggi una guerra.
Le spese per la Difesa sono state, ad eccezione degli USA, relativamente basse in questo ultimo ventennio. Oltre alla guerra al terrorismo e qualche umanitaria azione nella zona Est dell’Europa, l’Occidente unito non si era ancora trovato ad affrontare una vera guerra dal 1945.
La premessa per questa analisi è unica: i dati esatti nessuno può saperli.
Infatti, oltre agli aiuti diretti all’Ucraina, bisognerebbe contare la spesa in unità temporali di gestione politico-amministrativa e logistica. Si dovrebbero aggiungere i costi delle risorse utilizzate dagli stessi stati Occidentali. Del resto anche gli sforzi recenti delle economie nazionali Occidentali e le pressanti condizioni economiche globali sono vittima della guerra. Tutto ciò si riflette sulla popolazione mondiale.
Andando a considerare solo il costo effettivo della guerra, è possibile analizzare quale potrebbe essere il costo per una contemporanea nazione, in particolare una occidentale, se intraprendesse una guerra contro un’altra nazione.
Quella in Ucraina è una guerra di logoramento: le parti in gioco compiono assalti per guadagnare poco terreno alla volta in periodi di tempo estesi, oppure fanno ricorso a sabotaggi per indebolire il fronte nemico. Ad oggi questi scontri perdurano da 19 mesi circa e quasi da subito gli stati NATO si sono prodigati nell’aiutare l’Ucraina.
Ecco alcune stime sul rincaro delle bollette per l’Italia:
– +35% per il gas;
– +65% per l’energia elettrica;
– +4% per i tassi di interesse bancari;
I costi dei beni alimentari sono aumentati in quantità variabile (per una media del +18%). Questo fino a febbraio 2023.
La collaborazione tra Governo ucraino, Banca mondiale, Commissione europea e UN aveva stabilito verso marzo 2023 che il costo per la ricostruzione dei danni in Ucraina sarebbe stato di 750 miliardi di dollari. Per fare un paragone, il piano Marshall per la ricostruzione nell’Europa democratica ebbe un costo di 133,3 miliardi di oggi, dei quali l’Italia ne ricevette 15,7 miliardi.
Riferendosi ai dati dei file messi a disposizione dal KIEL Institute, un istituto indipendente tedesco, fino a maggio 2023 per l’Italia si ha un conteggio di:
– 6,28 miliardi di dollari in impegni per le donazioni fatte come stato e compartecipanti in aiuti europei;
– 0,77 miliardi di dollari in armamenti;
A questi, vanno aggiunte le stime per i costi sui rifugiati: per l’Italia si calcola 1,5 mld di euro in totale.
Il conteggio complessivo è 8,55 miliardi di dollari. Dati, inutile dire, in forte aumento.
Queste stime, al ribasso (non potendo conoscere tutte le spese), sono basse se paragonate alla stima redatta da A. Cipolla su Money.it e condivisa online. Secondo l’articolo, che tiene conto di parametri come inflazione, decreti, caro vita, ecc., nel primo anno l’Italia avrebbe “perso” più di quelli che sono i fondi destinati dal pnrr alla nostra nazione: 190 miliardi di euro.
Per il 2020 il Pil italiano risulta pari a 1.897 miliardi di dollari, quando ci fu il crollo dettato dalla pandemia. Una situazione di crisi, come potrebbe essere quella in stato di guerra.
Parte della guerra, che virtualmente l’Italia potrebbe combattere, costerebbe lo 0,45% del PIL nazionale, se la guerra in Ucraina fosse finanziata interamente dall’Italia.
Escludiamo i 750+ miliardi di dollari per la ricostruzione, il costo della guerra si aggira sui 209,62 miliardi di dollari in aiuti finanziari, umanitari, militari, ecc. da parte dei maggiori sostenitori. Una guerra su 14 mesi, all’Italia, ipotizzando che la nostra nazione debba provvedere interamente a queste spese, peserebbe per un 11% del PIL del 2020.
Ricordiamo che l’Ucraina ha una superficie doppia di quella italiana e, fino al 2021, la popolazione si attestava sui 43,8 milioni di abitanti (15 milioni in meno dell’Italia). Il tasso di crescita della popolazione è simile per l’Ucraina e l’Italia: -6,4%. Come età media, invece, il popolo ucraino è poco più giovane di quello italiano.
Per fare un paragone, la guerra al terrorismo ventennale da parte degli USA, in Afghanistan e Iraq principalmente, è costata circa 859 miliardi. Rispetto ad altre guerre, invece, sappiamo che le spese per gli USA sono state di:
– 400 miliardi di dollari su 3 anni (Guerra di Corea);
– 800 miliardi di dollari su 10 anni (Guerra del Vietnam);
– 107 miliardi di dollari su 7 mesi (Guerra del Golfo);
In particolare la Guerra del Golfo, la più recente, vide praticate strategie e tattiche belliche “nonne” di alcune usate oggi in Ucraina.; e diversi sistemi d’arma paragonabili a quelli usati o versioni ammodernate sono oggi in uso durante gli scontri, rendendo questa la guerra più simile a quella oggi in atto. C’è da dire che il nemico, durante quella guerra, rispetto alla coalizione occidentale non era all’altezza del confronto e le sue armi, così come l’addestramento delle truppe, non erano paragonabili.
Degli aiuti forniti all’Ucraina, 76,84 miliardi sono statunitensi. Il PIL USA nel 2020 è stato di 21 mila miliardi di dollari. Una guerra come quella in Ucraina, per loro, influirebbe per poco più dello 0,37% del PIL. Considerando, poi, che nel 2020 i costi per la Difesa degli USA è stata di 778 miliardi.
Mentre, se tutta la guerra dipendesse dagli USA, questi avrebbero una spesa minore dell’1% del PIL del 2020.
Un’altra considerazione interessata è stata riportata da Panorama a fine 2022:
Un’inchiesta del NYT prendeva in considerazione le parole dell’assistente del segretario generale della NATO. Secondo lui, un giorno di guerra in Ucraina, una vera e propria guerra, sarebbe costato come un mese di una guerra a bassa intensità: quella in Afghanistan.
Sempre l’articolo di Panorama riporta una stima dell’ONU. Secondo l’organizzazione, infatti, i danni globali all’economia, sempre verso la fine del 2022, si attenevano a 3 mila miliardi.
Per quanto riguarda la Russia, invece, la stima del Cremlino si aggira sul 3% del PIL del paese. Negli anni passati, le spese militari della nazione sono state incrementate a circa il 4% del PIL nazionale. Stimando investimenti nel settore della Difesa per quasi 66 miliardi di dollari annui.
Possiamo dire che le guerre contemporanee avranno costi molto elevati, così come lo sono i costi degli armamenti più recenti e sofisticati.
Nonostante tutto, per le grandi potenze economiche globali e per le superpotenze, una guerra come quella in ucraina non risulta ancora tanto dispendiosa da limitarne lo scoppio. Le spese per portare avanti uno scontro, anche per più di un anno, risultano accettabili. Specialmente se i benefici geostrategici e politici sono di vitale importanza per la supremazia di una nazione, guerre simili saranno, o meglio sono, usate dalle nazioni. Nulla è cambiato rispetto alle “guerre per procura” usate durante la Guerra fredda.
Più di una decina di nazioni nel mondo potrebbero permettersi una guerra moderna. Le principali sono: USA, Cina, Giappone, Germania, Regno Unito, India, Italia, Canada e Corea del Sud. Queste non solo quelle con PIL maggiore, ma anche quelle con le maggiori industrie belliche ed un retaggio strategico-militare importante.
Rilevante il fatto che 5 di esse siano membri NATO (USA, UK, Italia, Germania, Francia) e che il Giappone sia, assieme agli Stati Uniti, membro di un’altra alleanza militare. Mentre la Corea del Sud ha un rapporto di cooperazione con gli USA molto stretto.